ALTRI SANTI CUBANI

Babalu Aye

     
Babalù Ayé o San Lazzaro è uno degli Orisha più invocati dai fedeli nella Santeria, ma anche dai cattolici cubani. E' la divinità che ha a che fare con le malattie del corpo, le epidemie, le menomazioni. La raffigurazione di Babalu Aye, infatti, è quella di un mendicante storpio, coperto di piaghe, vestito solo di una poverissima veste bianca. Ma Babalu è anche colui che aiuta chi soffre, il santo a cui tutti chiedono la grazia della guarigione e l'aiuto negli stati di malessere fisico, di problemi di salute propria o di persone care. Moltissime sono le manifestazioni del culto a San Lazzaro, veri e propri voti che i fedeli adempiono andando in pellegrinaggio al santuario dedicato a questo santo nel quartiere Habana Centro della capitale. Si vedono persone che percorrono il sentiero in ginocchio, vestite di stracci bianchi, che donano soldi e altri regali ai tanti mendicanti che si affollano attorno al luogo santo e mille altre espressioni di gratitudine o di offerte votive.


Elegguà
Dio protettore di viaggiatori, è colui che apre e chiude le strade e gli incroci, che quando balla assomiglia ad un bambino dispettoso, messaggero, detiene le chiavi del destino. Nei rituali ha il privilegio di essere sempre il primo (abre el camino). È protettore di viaggiatori, strade ed incroci. Cattolicizzato con sant'Antonio da Padova, i suoi colori sono il rosso e il nero.


Obatalà

Primo tra gli Orishas. Il creatore della terra. Divinità pura per eccellenza, ama la pace ed è misericordioso. È il dio della testa, del pensiero e dei sogni. Cattolicizzato come la Vergine "de la Mercedes", il suo colore è il bianco.

Yemayà

 Madre della vita e degli altri dei. Moglie o, secondo le versioni, figlia di Obatalà. Dea dell'acqua salata e quindi del mare come fonte primordiale di vita. Protettrice delle partorienti, di pescatori e marinai. Corrisponde alla Vergine Maria ( patrona della Baia di L'Avana). I suoi colori sono il bianco e l'azzurro.

Changò

Dio della virilità, della mascolinità, del fuoco, di fulmini e tuoni, della guerra, della danza e della musica in particolare dei tamburi. Quarto re Yoruba del regno Oyo. Innumerevoli le sue avventure amorose e i litigi con i rivali. Le sue presunte mogli o amanti sono almeno tre: Ochun (vedi sotto), Oyà (dea guerriera del vento e guardiana del cimitero, moglie di Oggùn che per questo è rivale e nemico di Changò), e Obba (unica moglie ed eterna innamorata di Changò che per lui si tagliò un orecchio), ma è certo che è stato con tutte le donne del pantheon Yoruba. Figlio di Agallu e Baba. Il santo cattolico è come per Obatalà stranamente femminile ed è Santa Barbara. I suoi colori sono il bianco e il rosso.

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